DOMENICA 9 NOVEMBRE 2025
Calà del Sasso è la scalinata più lunga d'Italia e una delle più lunghe del mondo rappresentato da 4444 scalini: 4 volte 4.
Fu costruita nel XIV secolo dalla Repubblica della Serenissima per trasportare il legname dall'Altopiano fino alla città di Venezia.
Il numero non è casuale; nel mondo biblico il 4 rappresenta la totalità del mondo creato: i 4 punti cardinali, i 4 venti, le 4 stagioni e i 4 fiumi che scendono dall'Eden che per la Repubblica di Venezia rappresentavano il Brenta, l'Adige, il Piave e il Po.
Questo percorso storico collega la frazione di Sasso di Asiago alla frazione di Valstagna nel comune di Valbrenta.
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DESCRIZIONE
L'itinerario inizia nel centro storico di Valstagna (VI) piccolo paese della Valbrenta schiacciato fra il torrente e le pendici orientali dell'Altopiano di Asiago.
Attraversiamo l'abitato per poi prendere un sentiero a mezza costa che risalirà la val Frenzela portandoci quindi all'inizio della strada sterrata che dopo un altro chilometro ci condurrà all'inizio della Calà del Sasso.
Questo itinerario segue il sentiero 778 e consiste essenzialmente in una lunga ed estremamente suggestiva scalinata, famosa per i suoi leggendari 4.444 gradini che la rendono una delle scalinate aperte al pubblico più lunghe del mondo. La Calà è un'opera ingegneristica del XIV secolo, creata per superare un dislivello di circa 744 metri e permettere il trasporto del legname dall'Altopiano di Asiago al fiume Brenta. Durante la salita, potremmo notare accanto ai gradini la canaletta selciata concava, un tempo utilizzata per far scivolare i tronchi fino a valle.
A circa metà percorso, dopo circa un'ora di cammino, si incontra un piccolo capitello dedicato a Sant'Antonio Abate. Proseguendo, il sentiero si inerpica sempre più in un ambiente roccioso e suggestivo, fino a sbucare nel pianoro in Località Evina, dove si trova la Chiesa di Sasso, segnando la conclusione della Calà e l'arrivo alla frazione di Sasso di Asiago. Dove ci fermeremo per la nostra pausa pranzo (al sacco).
Per il ritorno, proseguiamo attraversando il paese di Sasso per prendere il sentiero 778b completando così l’anello che ci riporterà verso Valstagna e al nostro pullman che ci riporterà a casa.
Il sentiero 778b è detto anche Sentiero del Vù (o “El Vu”). Questo suggestivo sentiero non deve il suo nome a una caratteristica geografica, ma è dedicato a una figura profondamente legata al territorio di Valstagna: Albino Celi. Nato a Valstagna nel 1884, Albino era conosciuto con il soprannome di "El Vu" poiché, in modo singolare e in contrasto con le consuetudini locali che prevedevano l'uso del "tu", era solito rivolgersi a tutti gli abitanti, indistintamente, utilizzando il pronome formale del "Voi" (appunto, Vù in dialetto veneto). La sua vita è indissolubilmente legata alle attività di "recuperante" che svolgeva dopo la Grande Guerra, setacciando i pendii dell'Altopiano di Asiago per raccogliere e rivendere i metalli degli ordigni inesplosi e dei rottami bellici, un mestiere rischioso ma vitale per la sopravvivenza. La figura solitaria e tenace di Albino Celi ha lasciato un segno talmente profondo da diventare ispirazione per l'arte: lo scrittore Mario Rigoni Stern si basò su di lui per il personaggio del nonno nel suo libro Le stagioni di Giacomo, mentre il regista Ermanno Olmi ne trasse spunto per il suo celebre film del 1970, I recuperanti. Percorrendo il Sentiero del Vù cammineremo sulle tracce di questa figura storica, tra resti di trincee e gallerie della Prima Guerra Mondiale, in un percorso che è un vero e proprio tributo alla storia della Valbrenta.
Legata alla Calà del Sasso c’è anche la leggenda di Loretta e Nicolò, due giovani promessi sposi della frazione di Sasso. La storia risale al 1638 e narra che, mentre Loretta era in attesa di un bambino, fu colta da una malattia gravissima e improvvisa che la mise in fin di vita. Nicolò, disperato, venne a sapere che a Padova viveva un farmacista capace di preparare unguenti e medicinali miracolosi. Senza perdere un istante, e nella speranza di salvare la sua amata, Nicolò si precipitò giù per i 4.444 gradini della Calà del Sasso. Raggiunse Valstagna, noleggiò un cavallo e galoppò il più velocemente possibile verso Padova per procurarsi la cura.
Intanto, a Sasso, il tempo passava e le condizioni di Loretta peggioravano. Gli abitanti del villaggio, temendo il peggio e vedendo che Nicolò non faceva ritorno, decisero di agire. Tutti gli uomini, giovani e anziani, presero una torcia per uno e iniziarono a scendere la Calà del Sasso, formando una lunghissima e suggestiva scia luminosa nel buio della notte.
Per celebrare e rinnovare questa leggenda, ogni anno, la seconda domenica di agosto, viene organizzata una suggestiva fiaccolata notturna che ripercorre l'episodio delle torce, attirando centinaia di persone che salgono la scalinata al chiaro di luna e alla luce delle fiaccole.
DIFFICOLTÀ:
E - Il percorso si snoda su sentieri/strade sterrate
TIPO DI PERCORSO
Anello
DISLIVELLO 📈
🔼 m. 850 circa
🔽 m. 850 circa
LUNGHEZZA 📏
12 km circa
TEMPO DI PERCORRENZA ⏳
5:00 ore circa
PRANZO 🍲
pranzo al sacco
QUOTA PARTECIPAZIONE
20 € per i soci - 28 € per i non soci.
NB: L'eventuale disdetta alla gita, dopo l'adesione, dovrà avvenire entro il giorno mercoledì 5 novembre scrivendo a satmoridomenica@gmail.com, in caso contrario verrà richiesto un contributo di 10€ per i soci e 15€ per i non soci.
MATERIALE 🎒
abbigliamento adeguato alla stagione, poncho e/o guscio per pioggia, cappellino, acqua, eventuali snack/frutta secca.
RITROVO 📌
7.00 sede SAT Mori
7.15 Rovereto - stadio Quercia
7.30 Trento - Casello Trento Sud
PROPONENTE
Davide Giorgi
ACCOMPAGNATORI
Davide Giorgi / Floriano Simoncelli
PER MAGGIORI INFORMAZIONI
satmoridomenica@gmail.com
TRACCIA DEL PERCORSO:

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